giovedì 5 ottobre 2017

Racconto...Le scimmie

Le scimmie
“Sei brutta come una scimmia, sei dispettoso come una scimmia”, oppure  semplicemente, “mi sembri una scimmia ”, si dice di una persona poco simpatica per attribuirle qualcosa di sgradevole e di poco simpatico. Che una scimmia non splenda di bellezza non occorre dimostrarlo, per gli altri casi cerchiamo di presentare alcuni  esempi che possono aiutarci a capire.
La difesa della scimmia
Tre giovani sono sul tetto della loro abitazione per riassettare la griglia delle canne dove appoggiare le palme per la coperture. Cantano e chiacchierano con allegria. Un branco di scimmie si avvicina in cerca di cibo e  accenna ad entrare in una abitazione vicina di proprietà di Basilio, uno dei giovani.  Basilio scende velocemente dal tetto dove lavora, afferra un bastone e corre in direzione del branco.  Gli animali fuggono, eccetto un esemplare di grande stazza.  E’ la madre che osserva la fuga repentina della prole, vede l’uomo che corre verso di essa.   L’animale scatta in direzione dell’uomo, pronta a difendere i piccoli i quali osservano da lontano. Il quadrupede si ferma, ritto sulle gambe posteriori in attesa dello scontro. Il volto cambia aspetto, diventa corrucciato e pieno di rughe, la grande bocca aperta mostra i poderosi denti ingialliti. Lancia il grido di guerra e aspetta l’avversario.
L’uomo conosce bene l’indole dell’animale e, deciso nel proteggere la sua abitazione, si dirige verso la scimmia. Si ferma a pochi passi dell’avversario, solleva in alto il bastone per allontanare  il rivale e sente nella propria testa qualcosa di molto duro. Il sangue gli cola sul viso mentre il suo bastone è nelle mani della madre scimmia. Accade che nell’atto di colpire l’animale questi strappa il bastone di mano dell’uomo e picchia con la medesima arma la testa del giovane, provocando una ferita grande e profonda. Attonito per l’accaduto il giovane s’ incanta. Vede l’animale sollevare solennemente il bastone in alto e  spezzarlo in due sulla propria bamba, butta i due pezzi ai piedi dell’aggredito e scappa per raggiungere i suoi piccoli. Anche il giovane correre verso un punto di soccorso, dove gli praticano quattro punti sulla testa.
 La scimmia e il bambino
Un bambino di pochi mesi giace nudo su un panno alla porta della casa. Lo proteggono  dai raggi solari  una stretta veranda che gira intorno all’ abitazione. Il caldo supera già i trenta gradi. La madre prepara il terreno per la semina a pochi metri di distanza. La zappa che adopera per raschiare la terra è ridotta al minimo, la sua lama ha raggiunto il buco del manico. La donna possiede solo quel mezzo, ha i soldi per comprare una nuova zappa ma il negozio dista novanta chilometri dal suo villaggio. Non ci sono mezzi per raggiungere la città, le strade sono sterrate e difficili da percorrere solo a piedi. La donna, come tanti altri che lavorano la terra, si deve accontentare di quel mozzicone di metallo in attesa di tempi migliori. Mentre dissoda la terra Ana, questo è il nome della signora, guarda la propria creatura che dorme pacificamente. Nella zona  sono scomparsi gli animali feroci, sono presenti solo alcuni branchi di scimmie che visitano periodicamente l’abitato ma nulla di preoccupante. Da più di una settimana le scimmie non si vedono in giro e si pensa che abbiano cambiato zona.
La donna possiede una capra che tiene legata dove c’è da brucare qualcosa. Ci sono anche alcune galline che razzolano nel piazzale, innocue per la creatura.  Ana zappa la terra, procura la legna per il fuoco, prepara il cibo, allatta la creatura, tutto in contemporanea. Si sa che le scimmie non aggrediscono se non sono disturbate e possono giocare beatamente con i bambini se lasciate in pace. Una scimmia, di qualche anno di età, si avvicina alla porta dell’abitazione, si ferma accanto al neonato, lo guarda con attenzione, gli gira attorno, vuole giocare con quell’essere da lui diverso pur assomigliandosi in qualche modo a essa. Mentre il quadrupede compie la sua ispezione viene avvistato dalla madre del bambino che, spaventata, corre per liberare la sua creatura dalla incomoda compagnia. Si spaventa anche l’animale e fugge, nascondendosi dietro la casa. Quando la donna riprende il suo lavoro e tutto sembra calmo, la scimmia ritorna dal neonato, con le mani pratica grosse ferite nella pancia della creatura, tenta di spaccare in due il bambino. Ana assiste alla scena,    inorridita e fuori di sé corre in aiuto del suo bambino ma inutilmente. Mentre Ana si avvicina, la scimmia solleva in alto la creatura e la butta in terra con forza ai piedi della madre, quindi scappa velocemente per raggiungere il branco.
La scimmia dispettosa
Nella zona di Chipene le scimmie invadono i campi coltivati e arrivano fino alle case per cercare cibo.  Non si spostano per il semplice rumore che produce l’uomo nel quotidiano lavoro ma occorre minacciarle con bastoni e inseguirle con lanci di pietre. Capita che, avvicinandosi troppo all’animale nell’intento di allontanarlo, questo accetti la sfida e ne abbia la meglio. Tamoil coltiva un grande campo a manioca e miglio. L’agricoltore segue fedelmente gli ultimi accorgimenti del Padre missionario in fatto di produzione agricola. Il campo ben ordinato, da una parte la manioca dall’altra il miglio, tutto in linea e ben pulito  permettere il controllo del podere con un solo sguardo. L’uomo è felice di come vanno le cose e prevede un abbondante raccolto. Alla comunità darà una parte maggiore degli altri anni quale ringraziamento a Dio. La pianta della manioca già  porta le sue radici allo scoperto, le pannocchie hanno la barba dorata, tutti segni che avvisano l’agricoltore della maturità del prodotto. Purtroppo Tamoil non   prevede l’impatto con le scimmie spesso allontanate con modi bruschi. Per due volte gli animali   sradicano le piante e rovinano le talee della manioca, frugano  anche sotto terra alla ricerca della semente del miglio ma subito  si   rimedia con la sostituzione di talee e di sementi. Tamoil non pensa alla scimmia dispettosa.
Il secondo giorno del raccolto di notte interviene un branco di scimmie, rovina un terzo del prodotto già raccolto, spezza le talee e si allontana in altri poderi. Tamoil non si altera per il danno subito e promette di dare la caccia spietata a tutte le scimmie. Sarebbe inutile adirarsi. Le scimmie, come spesso gli uomini, sembra che godano quando vedono altri adirati. Questo modo di procedere delle scimmie è comune a tutti i poderi con il cibo a loro gradito. I contadini non riescono a competere con gli animali e pregano un intervento massiccio dell’Amministratore. Questo, com’ è consuetudine alle autorità, temporeggia finché gli animali arrivano anche nel suo podere. Si organizza subito una grossa retata per cacciare le scimmie e salvare il prodotto della popolazione.  Avviene  un autentico sterminio degli animali indesiderati. Per diverso tempo la popolazione si ciba volentieri della carne prelibata di questo essere che tanto si rassomiglia all’uomo Per incontrare questi animali simpatici ma dispettosi. . Adesso occorre allontanarsi dalle abitazioni e dalle strade percorse dagli esseri umani.






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