sabato 24 giugno 2017

Matias, il bambino di strada

Matias è un bambino silenzioso, intelligente, attento a tutto quanto avviene attorno a lui. Non si conoscono gli anni della sua vita. Forse 8 dalla sua corporatura, forse dodici o tredici per la sua scaltrezza.
Qui poco importa questo problema perchè niente aggiunge o toglie alla persona sapere che si ha dieci o venti anni, in ogni caso ci si deve sempre arrangiare da soli per sopravvivere.
Il bambino è pacifico , tuttavia alle volte viene picchiato duramente dai compagni quando riceve qualcosa più di loro o viene coccolato da grandi e loro dimenticati.
"Mi dicono che sono un ragazzo di strada" inizi a raccontare Matias, perchè non vado a scuola e alle volte dormo dove mi fa notte.
Ho una madre che cambia spesso luogo d'abitazione e quando cambia casa prende un nuovo marito.


Non mi piace andare a scuola perchè i professori obbligano a portare loro molte cose e chiedono di andare nelle loro case per aiutare le mogli senza darci  nulla, io non voglio lavorare così.
Tutti vogliono che io vada a scuola.Michele, il cuoco della missione, varie volte mi ha iscritto nella scuola e la sera studiava con me per farmi apprendere a leggere e scrivere, io mi stancavo subito e lasciavo la scuola, allontanandomi per un pò di tempo anche dalla missione.
Non m'importa leggere e scrivere, d'altronde anche quelli che vanno a scuola non sanno leggere e scrivere. Michele mi vuol bene e per aiutarmi provò a farmi vivere nella missione, vicino a lui. La mattina andavo a scuola, la sera a lavorare con lui, mangiavo vicino al padre di tutte le sue cose. Per me era come un  Paradiso perchè avevo tutto: vestiti, cibo, un luogo riparato per dormire e qualcuno che mi proteggeva.
Purtroppo anche da qui mi hanno allontanato dopo qualche mese perchè per giocare rompevo tutto ciò che c'era nella mia camera, così ho iniziato nuovamente a dormire perle strade.
Non conosco mio padre. Mi hanno insegnato a chiamare papà i mariti di mia madre senza mai presentarmi quello che mi ha generato.
Alle volte vado a visitare mia madre e rimango a casa sua alcuni giorni poi mi allontano. E' più bello rimanere dalla nonna a Kavà.
Qui ci sono i miei amici con i quali posso giocare e mentre loro vanno a scuola io rimango nella Missione dove c'è sempre qualcuno che mi accoglie. Capita che la sera mi fermo a giocare più del solito e la nonna non mi accetta in casa, di conseguenza devo dormire sotto qualche albero, o per la strada, o nella veranda della chiesa, o dove capita.
Quando fa molto freddo è duro dormire fuori senza uno straccio da mettere addosso o un luogo riparato, in quelle circostanze il freddo prende tutte le forze e rimango immobile come pietra, non riposo un solo minuto e aspetto l'arrivo della luce per riscaldarmi.Quando c'è la luna non ci sono problemi perchè è quasi come il giorno, si vede tutto anche di lontano.Quando si nasconde la luna mi fanno compagnia le stelle che sono moltissime, ci sono quelle che si muovono come il fuoco, altre che non si muovono. Il buio che permette di vedere le stelle non fa vedere ciò che c'è tutt'intorno e il più piccolo rumore mi fa paura. Penso che siano delle persone che vogliono portarmi via o degli animali e io rimango fermo aspettando che capiti qualcosa. Dormendo per le strade capitano cose buone ma tante cattive. Una notte vengo svegliato da un gruppo di giovani adirati, mi picchiarono e mi fecero fuggire. Il giorno dopo ho saputo che in molte case del vicinato erano entrati a rubare.Ho pensato che i ladri fossero loro e che la notte precedente mi avevano fatto fuggire  perchè non volevano che li vedessi rubare. Io ho paura di rubare perchè subito mi mettono in prigione e li muoio di fame.

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