mercoledì 8 novembre 2017

"Formiche carnivore"

Formiche carnivore
Si ritiene che le formiche siano fra gli esseri viventi più numerosi. Si trovano ovunque, in qualunque periodo dell’anno e a qualunque latitudine del globo. Qualcuno stima che ci siano due milioni di formiche per ogni essere umano. Ce ne sono piccolissime e di una certa grandezza. Esse si nutrono di tutto: dall’erba alla carne. Ci sono formiche che viaggiano alla luce altre che escono dalle tane al buio, altre ancora lasciano le loro caverne alle prime piogge e muoiono subito dopo. Possiamo dire che ce ne sono per tutti i gusti, anche commestibili, chi se ne ciba  afferma che sono squisite.
Le formiche carnivore sono belle al vedersi e interessanti a studiarsi ma pericolose quando aggrediscono. Rimedi molto efficaci per difendersi da questi insetti sono il fuoco e il petrolio. Nessuno pensi che ci si possa difendere facilmente da questo tipo di insetti  quando non si hanno pronti simili rimedi. Ho visto persone correre, saltare e dimenarsi mentre cercavano le formiche nel proprio corpo e nei vestiti, dopo essere state aggredite.  Escono a milioni in colonna al buio alla ricerca di cibo. Dove trovano una preda, si riversano immediatamente su di essa e in poco tempo la divorano.  Davanti allo studentato in una notte é scarnificato un gattino    nato da poco tempo. Il malcapitato non è riuscito a fuggire. Un’altra volta è   un coniglio che,  intrappolato nella sua gabbia, viene scarnificato . Fanno impazzire grossi e pericolosi animali quando si annidano nelle orecchie, nelle narici o in altri parti delicati del corpo.
 Distrattamente Johana, ospite nella missione, durante una passeggiata al chiarore di luna, calpesta una colonna di formiche carnivore.  Immediatamente sente un formicolio in tutto il corpo, si dimena cercando di liberarsi ma non riesce e si adira con me perché non l’ho avvisata in tempo di un simile pericolo. Promette che non sarebbe più venuta in questo posto maledetto. Io rido e lei si dimena ancora di più. Corre per raggiungere l’abitazione e cambiare i vestiti. Solo in quel momento l’ospite riesce a ridere e scherzare,  all’oscuro  di quanto le sarebbe accaduto durante la notte.
Quella stessa notte, infatti, Johana e Selene, sua compagna di avventura, mi svegliano disperate. Non sanno cosa fare e dove andare. Non ridono e non gridano, sono smarrite per lo spettacolo che le circonda. Le formiche hanno invaso la loro stanza, il corridoio, la sala e la cucina. Iniziano ad entrare anche nella mia stanza ubicata in fondo al corridoio. Le ospiti promettono di andarsene lontano e non ritornare mai più in questo posto  dimenticato da tutti, abitato solo dai mali di questo mondo. Come di norma si adirano con me perché mi vedono calmo e sereno e iniziano a parlare a voce alta, poi a gridare. In cucina le formiche  hanno occupato i cestini e i recipienti dove si conservano i cibi,  hanno  riempito lo scarico del lavabo e il rubinetto dell’acqua. Da  qui pende un gigantesco grappolo di formiche. Si presenta  uno spettacolo meraviglioso quanto pericoloso. Bisogna  resistere ai morsi spietati che le formiche offrono in abbondanza e iniziare a porre rimedio.  Accorrono gli ospiti che dormono in una casa vicina, spaventati per il chiasso che si  è creato. Qualcuno fotografa tutto.  Io col petrolio del  lucerniere faccio un corridoio in mezzo alle formiche  in direzione del ripostiglio dove conservo un bidoncino quasi pieno di petrolio. Il prezioso liquido è sparso in tutta l’abitazione. Si costeggia il muro all’esterno fino alle tane degli insetti. Le ospiti mi seguono con paura per controllare che venga  eliminata anche la più piccola delle formiche. Gli ospiti fotografano tutti i movimenti.
Mentre compio l’operazione di  liberare l’ambiente, mi chiedo il perché di tutto  lo sterminio. In fondo quelle formiche vogliono solo vivere, cercano il loro cibo, non disturbano nessuno se non  sono prima infastidite. Perché noi dobbiamo vivere e loro no?   Mi  ricordo l’osservazione di un bambino che mi vede  ai piedi di  un grosso albero di mango uccidere  una colonia di formiche rosse che si inerpicano fra i rami per fare il loro involucro,   seccando così le foglie  e  i  rami all’interno dell’involucro. Il bambino si avvicina e, con un velo di tristezza sul volto  chiede: “Padre, perché uccide le formiche? cosa le hanno fatto?”. La domanda del bambino, nella sua semplicità e immediatezza,   insegna tanto anche a noi grandi e sapientoni. Ecco, ad esempio: il rispetto per la natura, il lasciare di far valere sempre e ad ogni costo la legge del più forte, il dover vivere del proprio lavoro senza sfruttare gli altri, la collaborazione, l’unità che crea benessere e forza.
Mentre assistiamo alla ritirata  degli insetti malefici arriva un ragazzo dello studentato per avvisare che le formiche sono entrate nel pollaio e hanno aggredito le galline. Una non si muove più.  Gli alunni hanno già iniziato a bruciare erbe intorno al pollaio per impedire che altre entrino. Con il poco petrolio avanzato spruzziamo le singole galline.
Si fa vedere il chiarore dell’alba e per noi è inutile andare a letto, preferiamo sederci sotto i grandi  cajueri a raccontare le maledizioni della notte. Questa volta ridiamo tutti e godiamo per lo scampato pericolo. Anche le ospiti che avevano promesso di abbandonare definitivamente il posto ridono e commentano: “Lei, Padre  ha un bel coraggio per vivere qui da solo!”.





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