Formiche
carnivore
Si ritiene che le formiche siano
fra gli esseri viventi più numerosi. Si trovano ovunque, in qualunque periodo
dell’anno e a qualunque latitudine del globo. Qualcuno stima che ci siano due
milioni di formiche per ogni essere umano. Ce ne sono piccolissime e di una
certa grandezza. Esse si nutrono di tutto: dall’erba alla carne. Ci sono
formiche che viaggiano alla luce altre che escono dalle tane al buio, altre
ancora lasciano le loro caverne alle prime piogge e muoiono subito dopo.
Possiamo dire che ce ne sono per tutti i gusti, anche commestibili, chi se ne
ciba afferma che sono squisite.
Le formiche carnivore sono belle
al vedersi e interessanti a studiarsi ma pericolose quando aggrediscono. Rimedi
molto efficaci per difendersi da questi insetti sono il fuoco e il petrolio. Nessuno
pensi che ci si possa difendere facilmente da questo tipo di insetti quando non si hanno pronti simili rimedi. Ho
visto persone correre, saltare e dimenarsi mentre cercavano le formiche nel
proprio corpo e nei vestiti, dopo essere state aggredite. Escono a milioni in colonna al buio alla
ricerca di cibo. Dove trovano una preda, si riversano immediatamente su di essa
e in poco tempo la divorano. Davanti
allo studentato in una notte é scarnificato un gattino nato da poco tempo. Il malcapitato non è
riuscito a fuggire. Un’altra volta è un coniglio che, intrappolato nella sua gabbia, viene
scarnificato . Fanno impazzire grossi e pericolosi animali quando si annidano
nelle orecchie, nelle narici o in altri parti delicati del corpo.
Distrattamente Johana, ospite nella missione,
durante una passeggiata al chiarore di luna, calpesta una colonna di formiche
carnivore. Immediatamente sente un
formicolio in tutto il corpo, si dimena cercando di liberarsi ma non riesce e si
adira con me perché non l’ho avvisata in tempo di un simile pericolo. Promette
che non sarebbe più venuta in questo posto maledetto. Io rido e lei si dimena
ancora di più. Corre per raggiungere l’abitazione e cambiare i vestiti. Solo in
quel momento l’ospite riesce a ridere e scherzare, all’oscuro
di quanto le sarebbe accaduto durante la notte.
Quella stessa notte, infatti, Johana
e Selene, sua compagna di avventura, mi svegliano disperate. Non sanno cosa
fare e dove andare. Non ridono e non gridano, sono smarrite per lo spettacolo
che le circonda. Le formiche hanno invaso la loro stanza, il corridoio, la sala
e la cucina. Iniziano ad entrare anche nella mia stanza ubicata in fondo al
corridoio. Le ospiti promettono di andarsene lontano e non ritornare mai più in
questo posto dimenticato da tutti,
abitato solo dai mali di questo mondo. Come di norma si adirano con me perché
mi vedono calmo e sereno e iniziano a parlare a voce alta, poi a gridare. In
cucina le formiche hanno occupato i
cestini e i recipienti dove si conservano i cibi, hanno riempito lo scarico del lavabo e il rubinetto dell’acqua.
Da qui pende un gigantesco grappolo di
formiche. Si presenta uno spettacolo
meraviglioso quanto pericoloso. Bisogna resistere ai morsi spietati che le formiche
offrono in abbondanza e iniziare a porre rimedio. Accorrono gli ospiti che dormono in una casa
vicina, spaventati per il chiasso che si è creato. Qualcuno fotografa tutto. Io col petrolio del lucerniere faccio un corridoio in mezzo alle
formiche in direzione del ripostiglio dove
conservo un bidoncino quasi pieno di petrolio. Il prezioso liquido è sparso in
tutta l’abitazione. Si costeggia il muro all’esterno fino alle tane degli
insetti. Le ospiti mi seguono con paura per controllare che venga eliminata anche la più piccola delle formiche.
Gli ospiti fotografano tutti i movimenti.
Mentre compio l’operazione di liberare l’ambiente, mi chiedo il perché di
tutto lo sterminio. In fondo quelle
formiche vogliono solo vivere, cercano il loro cibo, non disturbano nessuno se
non sono prima infastidite. Perché noi
dobbiamo vivere e loro no? Mi ricordo l’osservazione di un bambino che mi
vede ai piedi di un grosso albero di mango uccidere una colonia di formiche rosse che si
inerpicano fra i rami per fare il loro involucro, seccando così le foglie e i rami all’interno dell’involucro. Il bambino si
avvicina e, con un velo di tristezza sul volto chiede: “Padre, perché uccide le formiche?
cosa le hanno fatto?”. La domanda del bambino, nella sua semplicità e
immediatezza, insegna tanto anche a noi grandi e sapientoni.
Ecco, ad esempio: il rispetto per la natura, il lasciare di far valere sempre e
ad ogni costo la legge del più forte, il dover vivere del proprio lavoro senza
sfruttare gli altri, la collaborazione, l’unità che crea benessere e forza.
Mentre assistiamo alla ritirata degli insetti malefici arriva un ragazzo dello
studentato per avvisare che le formiche sono entrate nel pollaio e hanno
aggredito le galline. Una non si muove più.
Gli alunni hanno già iniziato a bruciare erbe intorno al pollaio per
impedire che altre entrino. Con il poco petrolio avanzato spruzziamo le singole
galline.
Si fa vedere il chiarore
dell’alba e per noi è inutile andare a letto, preferiamo sederci sotto i grandi
cajueri a raccontare le maledizioni della
notte. Questa volta ridiamo tutti e godiamo per lo scampato pericolo. Anche le
ospiti che avevano promesso di abbandonare definitivamente il posto ridono e
commentano: “Lei, Padre ha un bel
coraggio per vivere qui da solo!”.
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