sabato 9 settembre 2017

Africa amata 1^ parte

Il mondo è così piccolo!.. una sfera che ruota su se stessa in cui vedi quello che vuoi vedere, con occhi affascinati, nel mondo della fantasia. I colori escono da quel globo in movimento a salutare il "ciak" della vita. Ritorni a far rivivere il povero cuore, provato da altre battaglie e...l'amore che senti è molto più vicino.
Il Mozambico mi chiama ancora a soddisfare, in parte, questa grande "sete" che ho dentro.
 Non servono più le ansie di "vecchio uomo" per scaricare il fardello d'amore, tenuto celato in un tempo che non ha mai fine.
Non servono più!...ora ho la sfera tra le mani ed il mio dito indice accarezza l'Oceano Indiano in cui si affaccia la mia Africa amata.
E' subito brivido nel mio corpo!..vivo momenti meravigliosi, di una realtà virtuale. Sono nella mia isola ( La Maddalena ) e...un'altra esistenza mi accompagna in una Terra lontana!?..,
Jaime, artista raffinato,  di sculture di legno duro come il " Pau Petru", ora dà l'ultimo tocco da maestro a quella opera d'arte che fa bella mostra in quell'angolo della chiesa " Immacolata Concezione" della parrocchia di Kavà.
Finalmente il prete che ha ordinato l'opera può dire di vedere realizzata una cosa così bella da renderlo felice ma...le cose buone, a volte , sono accompagnate da altre cattive.
Come il vento che accarezza con dolcezza le fronde degli alberi lasciandoci gli applausi della natura tra foglia e foglia in un regalo gradito, così i l silenzio del vento che non c'è più, andato a beare altre sponde, lascia un vuoto nella piccola comunità.
Rimane quell'opera d'arte in ricordo di un vento passato troppo in fretta.
Jaime aveva dato l'illusione di rimanere in quella comunità a suonare i suoi strumenti d'arte e insegnarli a quella gioventù avida  di conoscenza.
Invece è volato via lasciando una lieve speranza in cuore a chi vuole credere che domani sarà migliore.
Vorrei sentire il profumo della terra baciata dalla pioggia in un bel canto di gioia e rotolarmi in quella danza di emozioni assieme ai miei amici mozambicani.
 Salutare quel "cochèiru" là in alto fino a perdere l'equilibrio e trovarmi spaparanzato per terra, in quella terra rossa bagnata di fresco e accorgermi di essere in compagnia di noci di cocco, cadute da quell'albero.
Vorrei sentire il vociare dei bambini che, dalla scuola vicina alla comunità di Memba, fanno di tutto per portarmi indietro nel tempo e ritrovarmi bambino anch'io con la voglia di far sentire la mia voce  all'aria salubre della mia cara isola. Vorrei ascoltare in silenzio i discorsi dei bambini, ma la lingua che parlano è il Macua ...allora mi trovo a parlare il mio bel dialetto sardo-maddalenino e i pensieri si perdono in un marasma di voci.

Pier Carlo Acciaro

Nessun commento: